La Federazione dei Distretti Italiani rivoluziona i confini territoriali dei propri distretti

“I sistemi distrettuali sono ormai diventati aperti e diffusi. Le loro radici territoriali restano e resteranno, ma i confini si sono allargati, le reti abbracciano più territori, più province, più regioni. La nascita dei primi metadistretti, che per altro hanno funzionato molto bene, è andata proprio in questa direzione. Adesso il sistema si è ulteriormente diffuso, soprattutto per adeguarsi alla concorrenza generata dalla globalizzazione, e quindi abbiamo ritenuto necessario stare al passo con i tempi dandoci una nuova struttura e una nuova organizzazione”.
E’ il presidente Valter Taranzano ad annunciare un’importante svolta per la Federazione dei Distretti Italiani, ufficializzata questa mattina dall’assemblea distrettuale riunita a Mestre.
Una svolta nella quale la Federazione (che racchiude 45 distretti-soci, le eccellenze italiane), allarga il concetto di distretto, ridisegna la mappa dell’Italia distrettuale e si dà una nuova governance. Basta distretto con territorio delineato, ma Italia suddivisa in quattro macrodistretti, ora diventati cluster, impiegando una terminologia già in uso a livello internazionale.
I quattro cluster della Federazione sono stati classificati secondo le “4A” del Made in Italy:
Abbigliamento-Moda;
Automazione-Meccanica;
Arredo-Casa;
Alimentare-Agroindustriale-Ittico.
Ogni cluster abbraccia più regioni e può andare dal nord al sud, in quanto adesso il suo riferimento non è più il territorio, bensì il comparto industriale di pertinenza.
Così succede, ad esempio, che il cluster dell’Automazione e della Meccanica va da La Spezia a Siracusa, passando per Trieste e la Piana del Cavaliere (Aquila). Mentre l’Agroalimentare-Ittico si allunga dal Friuli alla Sicilia, facendo tappa in Campania e nelle Marche. E così via.
“Questa sorta di rivoluzione concettuale – continua Taranzano – avviene anche perché la Federazione, affiancata dai partner di riferimento Confindustria e Unioncamere, cerca di conquistare sempre più peso e autorevolezza, con l’obiettivo di incentivare i collegamenti con operatori istituzionali, economici, culturali e scientifici. E’ un passaggio necessario. Dopo averne parlato a lungo, adesso siamo passati ai fatti”.
Inoltre, adesso la nuova governance della Federazione si basa su consiglieri che rappresentano non più e non solo il singolo distretto, come avveniva in precedenza, bensì cluster omogenei (2 consiglieri per cluster), capaci, quindi, di strutturare progetti trasversali e condivisi a livello nazionale.
Per di più, la base, i distretti stessi, avranno modo di interagire maggiormente con l’organo decisionale della Federazione, il Consiglio di amministrazione.
Infine, un comitato tecnico supporterà la Federazione nelle linee strategiche.
Nell’assemblea di oggi a Mestre sono stati eletti un vicepresidente della Federazione e gli 8 rappresentanti dei quattro cluster per il CdA.
Ad affiancare Taranzano nel ruolo di vicepresidente è stato chiamato il trevigiano Adriano Sartor, mentre i nuovi consiglieri, in rappresentanza dei cluster, sono:
Italo Martinelli (Verona Moda) e Gerry Giannini (Calzature Fermo) per l’Abbigliamento-Moda; Andrea Tovo (Meccatronica Vicenza) e Guglielmo Drago (Meccanica Siciliana) per l’Automazione-Meccanica; Ermes Moras (Mobile Pordenone) e Alfonso Panzani (Ceramica Sassuolo) per l’Arredo-Casa;
Michele Bauli (Alimentare Veneto) e Lorenzo Guarnaccia (Agroalimentare Nocera Inferiore-Gragnano) per l’Alimentare-Agroindustriale-Ittico.
“Questa piccola rivoluzione – conclude Valter Taranzano – ci porta ad avere una governance fatta da persone che opereranno con una mentalità intradistrettuale ed intraregionale proiettata verso la crescita della Federazione. Fino ad oggi il principale punto di forza dei distretti è stata la collaborazione tra imprese. Non basta più. Il futuro passerà inevitabilmente attraverso la collaborazione e l’integrazione fra i distretti e le Regioni. Siamo pronti ad affrontare questa sfida”.


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